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Storie di famiglia

Una figura centrale nelle vicende storiche veneziane del suo tempo fu Giorgio Corner detto 'il Grande', fratello di Caterina, nato nel suo stesso anno. Per il ruolo decisivo svolto nell'assicurare alla Repubblica il dominio di Cipro egli si vide attribuire onorificenze e riconoscimenti, mentre in seguito la carriera politica lo condusse ad assumere i più alti uffici dello Stato, escluso però il corno dogale, e ciò malgrado vi si fosse avvicinato per ben due volte, ormai in età avanzata.
Aiuta a comprendere l'importanza del personaggio, non solo in patria, ma anche sulla scena politica internazionale, il fatto che una sua figlia fosse chiesta come nuora dal re di Napoli Ferdinando II d'Aragona, sebbene le nozze non venissero poi celebrate, causa l'opposizione di papa Alessandro VI Borgia.
Dei figli maschi di Giorgio, alcuni raggiunsero altissime posizioni nei ranghi ecclesiastici. Andrea, figlio naturale, fu arcivescovo di Spalato, mentre Marco venne eletto cardinale, appena diciottenne, nel 1500, grazie all'enorme somma di quindicimila ducati sborsata dal padre; ebbe il patriarcato latino di Costantinopoli e le cattedre episcopali di Verona e di Padova, insieme a numerose prebende. Al tempo della Lega di Cambrai, quando morì Caterina, Marco Corner fu attivo nel perorare la causa veneziana presso il papa Giulio II, con cui era in amicizia, ottenendo la revoca della scomunica alla Signoria.
Anche un altro figlio di Giorgio, Francesco Corner, salì al rango cardinalizio, ma molto più tardi, nel 1527, dopo un'intensa partecipazione alla vita pubblica veneziana, che culminò con la nomina a procuratore di San Marco. In precedenza, Francesco era stato ambasciatore della Signoria presso il sovrano di Spagna, Carlo d'Asburgo, presenziandone all'incoronazione in Aquisgrana (1520) a imperatore del Sacro Romano Impero, con il nome di Carlo V. Insignito del titolo di conte palatino al termine dell'incarico diplomatico, negli anni seguenti il Corner si avvicinò pure alla corte del re Francesco I di Francia. In veste di cardinale fu arciprete di San Pietro, poi vescovo di Brescia, e arrivò a un passo dal Soglio papale nel conclave del 1534, da cui uscì invece eletto Alessandro Farnese, pontefice con il nome di Paolo III. Come già il fratello Marco, anche Francesco ebbe parte determinante nei negoziati e nelle alleanze tra la Santa Sede, l'Impero e la Repubblica, che portarono ai patti di pace e alla nuova incoronazione di Carlo V a Bologna (1529-1530).

Il cardinale Marco Corner e il fratello Girolamo, all’investitura di Marco di Girolamo abate di Carrara

Pittore dell’ambiente di Tiziano, Il cardinale Marco Corner e il fratello Girolamo, all’investitura di Marco di Girolamo abate di Carrara; olio su tela, Washington D.C., National Gallery of Art.

Degli altri tre figli legittimi di Giorgio il Grande avviati alla carriera secolare, Giacomo entrò nel Senato grazie all'esborso di milletrecento ducati, fu savio di Terraferma e nel Consiglio dei Dieci; sospettato di abuso d'autorità, dopo un periodo di interdizione dalla magistratura, accettò la carica di capitano a Padova, dove si mise in luce per l'oculata amministrazione, intervenendo, fra l'altro, nella commessa a Jacopo Sansovino dei rilievi per la cappella dell'Arca del Santo; al termine di questo mandato un generoso sostegno finanziario di sedicimila ducati alle operazioni belliche contro i Turchi gli valse la nomina a procuratore. Prese in moglie Marina Morosini e fu capostipite dei Corner di San Maurizio, la cui residenza sarebbe divenuta la splendida Ca' Corner della Ca' Granda, progettata dal Sansovino appunto su commissione di un figlio di Giacomo, Giorgio detto Zorzetto. Un altro suo figlio, Andrea, fu eletto cardinale da papa Paolo III.
Giovanni Corner, di Giorgio il Grande, progenitore del ramo di San Polo, sposò la sorella del cardinale Francesco Pisani, i cui favori agevolarono le carriere ecclesiastiche di tre dei suoi figli, Alvise, Federico e Giorgio, cardinali i primi due, vescovo il terzo. Giovanni, committente e amico personale di Michele Sanmicheli, appassionato di teatro e membro della Compagnia della Calza degli Immortali, fu procuratore di San Marco, e, seguendo le orme del fratello Francesco, cui era unito da un forte vincolo affettivo (tanto da esserne nominato il principale erede), ebbe un importante ruolo diplomatico come ambasciatore in rappresentanza della Serenissima alla corte dell'imperatore Massimiliano I d'Asburgo, che gli concesse il titolo di conte palatino.
Per la brillante carriera pubblica si distinse anche Girolamo di Giorgio il Grande, capostipite del ramo dei Corner di San Cassiano, cavaliere dell'ordine di San Marco, che, dopo aver trascorso molta parte della sua vita a Creta - dove sposò Franceschina Muazzo, dotata di ingenti sostanze, e ricoprì la carica di capitano di Candia, reprimendo una rivolta contadina - tornato a Venezia, fu eletto al Consiglio dei Dieci, supremo organo preposto a tutelare la sicurezza dello Stato; immediatamente successiva la nomina al capitanato di Padova. Suo figlio Marco fu creato in ancor giovanissima età, dallo zio cardinale Marco, abate di Santo Stefano di Carrara; un altro figlio di Girolamo, Giorgio detto Zorzon, poco dopo la morte del padre incaricò Palladio del progetto per la villa di Piombino Dese.